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Pierabech – 2014

IL MIO GRAZIE

 

E’ un pomeriggio in cui il mondo mi sta pesando addosso. Anzi, è tutto un periodo che le cose stanno così: male, nulla gira come dovrebbe; non mi sento in pace. Scrivo a Vincenzo: “Vince hai un minuto? Posso venire da te?”.

“Sì”. Prendo il motorino, parcheggio. Faccio il viale che mi porta alla Viarte, passo sul marciapiede che porta al cancello d’entrata. Apro la porta, salgo le scale, vado da Vince.

Frammento di un pomeriggio, in cui, tante volte è accaduto, ho avuto bisogno di scambiare una parola con una persona che mi volesse bene: questo è stato quello che i salesiani della Viarte mi hanno donato per questi 6 anni in cui il buon Dio ha voluto che mi incontrassero.

Voglio scrivere perchè, andando avanti, mi sto accorgendo sempre più di quanto il Signore mi abbia voluto bene, mi abbia “preso per i capelli”, mi abbia salvato donandomi grazie su grazie.

Ecco: ero un ragazzo come gli altri, con tanti pensieri per la testa, ma trascinato qua e là dalle mode del momento, da cosa proponevano i miei amici, da cosa mi divertiva; ma sentivo che, alla fine, non ero contento di chi ero e cosa facevo.

Ero in 2a superiore quando dovevo iniziare a frequentare il catechismo per la Cresima, e la Provvidenza ha voluto che andassi a S. Maria la Longa, con il Gruppo del Lunedì: faccio un anno svogliato, poi ancora un altro, con un po’ più di spirito, ora incuriosito più che del Gesù di cui si parlava, dal fatto che lì si discuteva di cose importanti, alte, belle per la vita, che fuori non sentivo. E’ stata una grazia.
Ricordo come ora quello che è successo una sera finito l’incontro. I miei amici avevano già preso il motorino per tornare verso casa; io avevo il casco in mano, quando Vincenzo mi viene vicino e mi chiede come sto. Ecco, lì, quella sera, ho fatto l’esperienza “puntuale” in cui ho sentito l’amore con cui una persona si stava interessando a me. Abbiamo parlato di tante cose: ma ripeto, quello che non posso dimenticare è stato aver fatto una piccola, ma vera, esperienza di incontro con Gesù. Ricordo ancora di cosa abbiamo parlato.

E questa storia poi continua: non resto solo. Senza che potessi pensarci, una sera mi viene fatta la proposta di fermarmi con i ragazzi che avrebbero fatto gli animatori durante l’Estate Ragazzi: una seconda volta, il Signore bussa alla mia porta e mi vuole bene. Ringrazio Dio dell’insistenza di chi quella sera ha voluto che io veramente facessi quella esperienza: senza quella persona, ora non sarei qui.
“Io,  fare l’animatore? Figuriamoci!”. Non era mai stato fra i miei desideri. E’ stato qualcosa che mi è arrivato, come un dono; ho detto sì, e la storia è continuata.
Arriva l’estate, faccio i corsi Animatori, e poi il Live durante i successivi quattro anni: anche lì, ancora lì, rincontro il Signore. Ricordo ancora quello che mi portavo a casa dall’esperienza: “pieno di amore”, questo era quello che avevo visto in quei giorni. Io che non conoscevo praticamente nessuno, sono stato accolto. I ragazzi che poi faranno gli animatori con me mi hanno dato un amore che, se ci penso, è stato anche questo donatomi in anticipo: sono in debito, ancora. Cosa ho fatto, io? L’interesse di questi miei compagni verso di me è stato presente allora, e continua ancora adesso che siamo più grandi, che abbiamo condiviso gioie e sofferenze della vita.

Ancora, il Signore continua a starmi affianco: in questi ultimi anni sto mettendomi di più sulla sua strada. Mi prendo un periodo per capire se il Signore mi chiama a stare tutta la vita con lui, a seguirlo più da vicino; se vuole che tutto quanto ho ricevuto fino ora, tutto quanto mi ha fatto innamorare fino ad adesso, io debba donarlo agli altri.

Dicono che una risposta a questa domanda, una risposta certa, non la si abbia mai: ma quello di cui però sono sicuro è che i passi che sto facendo ora non ci sarebbero stati senza tutto quello che prima il Signore mi ha donato, senza le persone che prima sono venute verso di me. E quanto ho scritto è un tentativo, insignificante, di dire grazie. Insignificante perché  se penso ai doni che ho ricevuto dal Signore, questa lettera non sarebbe più che una bozza. Spero però che ad ognuno di voi che in questi anni mi è stato vicino, alla Viarte e i suoi salesiani, ai miei amici più intimi, ai compagni del Live e poi del CRA, ad ognuno che mi ha donato il suo affetto e ha perso del tempo e dell’amore per me, il Signore possa ridonargli ora e nelle vita eterna cento volte tanto di quanto loro hanno fatto per me. Possa Dio colmarvi di ogni benedizione ed essere sempre presente nella vostra vita quanto lo è stato per me grazie ad ognuno di voi.

Ancora, grazie.

Marco

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